Forma a V

tl_files/catalogo/Impianti/Ciliegio.jpgCos’è

L’impellente e sistematica necessità di anticipare i tempi di produzione e di accrescere la densità della superficie coltivata, ha favorito l’introduzione di diversi sistemi di allevamento che spesso, sono l’uno, la variante dell’altro. In questa casistica rientra anche il sistema detto “ Forma a V” che rappresenta una delle tante varianti del sistema a Fusetto, derivato, a sua volta da quello a Palmetta.  Mentre quest’ultimo si adatta alle coltivazioni in filari, la Forma a V viene utilizzata per coltivazioni ad una fila singola. E’ maggiormente utilizzata nella coltivazione del Pero, anche se si sta diffondendo anche come sistema di allevamento del Ciliegio.

Come si ottiene

La Forma a V si ottiene inclinando gli alberi in modo alternato in direzione della fila intermedia,  creando un angolo di circa 15, 20° rispetto alla linea perpendicolare del suolo, in modo da, formare, appunto, la forma di una V. Gli alberi devono avere un’altezza minima di due metri e l’apertura nella parte alta deve essere di almeno un metro per garantire la buona esposizione solare della chioma e l’illuminazione della parete vegetativa interna. La Forma a V, se effettuata seguendo attentamente i parametri di inclinatura della pianta permette di ottenere frutti di buona qualità.

Svantaggi

Gli obiettivi che hanno portato alla nascita della Forma a V sono la necessità di produrre velocemente dei frutti di ottima qualità, quindi alla base dell’utilizzo di questo sistema di allevamento c’è la necessità di coniugare la qualità con la quantità. Il sistema permette anche di ottenere una discreta densità dell’impianto sulla superficie coltivata che, secondo studi sperimentali sul Pero, ha permesso di ottenere circa 4000 piante per ettaro, certamente un po’ meno rispetto ad altri frutteti ad elevata densità, ma il dato è tipico dell’alta densità di alcuni tipi di frutteti ed è anche comprensibile visto che stiamo parlando del Pero e visti gli stupefacenti risultati in termini di qualità. Questo sistema, dunque, regala molto qualitativamente, ma presenta alcuni svantaggi in termini di costi per il materiale di sostegno e per la necessità di manodopera nella gestione delle diverse operazioni colturali come la potatura e la raccolta. La Forma a V, in termini di costi e laboriosità presenta le stesse criticità del sistema a Palmetta, dove i costi di raccolta e di potatura costituiscono il 60% dei costi di produzione.

Potatura Forma a V

Nella Forma a V la potatura, generalmente,  non si effettua tagliando, ma piegando. I rami devono essere sfoltiti, ma non accorciati. E’ bene eliminare una parte di quelli che hanno già fruttificato: anche in questo caso si preferisce piegare. La potatura verde del Pero si esegue dopo la caduta dei frutti nel mese di giugno. La Forma a V è maggiormente applicata sul Pero perché questo albero da frutto consente di intervenire anche con la potatura meccanica. Nella potatura del Ciliegio, anche nella Forma a V, si usano gli stessi criteri del sistema a Cordone che prevede tagli ed incisioni. L’asse del Cordone viene potato asportando i germogli troppo vigorosi o con un cattivo posizionamento. Le branchette fruttifere troppo sviluppate verranno accorciate e rinnovate con tagli di ritorno. La  formazione dei germogli laterali sarà favorita da apposite incisioni.

Distanze e parametri costruttivi

La Forma a V permette di ottenere in un frutteto, la densità di 3000 -5000 piante per ettaro; le distanze tra le file sono di 3,5-4 metri, mentre la distanza della pianta sulla fila è compresa tra 0,50  ed un metro. Gli astoni con un anno di innesto devono essere alti 1,2 - 1,5 metri e dovranno essere inclinati secondo l’angolazione indicata al secondo paragrafo. Per mantenere la Forma a V saranno necessarie delle strutture di sostegno composte da pali, fili e braccetti divaricatori.

Strutture di sostegno

La Forma a V richiede  il sostegno tramite pali, fili e braccetti. In questo sistema vengono utilizzate anche le funi  che collegano i pali all’ancoraggio posteriore. Le funi sono formate da un intreccio di fili in acciaio zincato a caldo, un materiale durevole e resistente nel tempo con buone caratteristiche di basso allungamento favorite dallo spessore di zinco. La quantità di fili varia in base all’uso ed alla resistenza che si vuole ottenere. Mediamente una fune deve essere composta da 19 fili. La lunghezza delle funi andrà modulata in base alla loro posizione nell’impianto ed alla distanza degli ancoraggi. Nella Forma a V sarà necessario utilizzare funi del diametro di 5 millimetri.

Portainnesti

La coltivazione  del Ciliegio con la Forma a V richiede l’utilizzo di portainnesti nanizzanti che limitano la crescita in lunghezza della pianta in modo da permettere la gestione delle operazioni colturali da terra. Ma questo è solo uno degli accorgimenti da usare con la Forma a V. Per contenere l’attività vegetativa della pianta bisogna prevedere delle piegature, ma anche delle anulature per asportare degli anelli di corteccia dai rami particolarmente vigorosi, in modo da evitare l’invecchiamento della chioma, una ridotta fruttificazione e lo spostamento della vegetazione verso l’esterno.