Casarsa
Cos’è
Casarsa è un sistema di allevamento e di potatura della vite di tipo misto, cioè adatto a piante con fertilità delle gemme intermedie. E’ costituita da un cordone permanente posto a circa 160 cm dal terreno dove vengono lasciati dei capi a frutto ( produzione dell’anno) di varia lunghezza a 4-6 gemme. La vegetazione risale verso l’alto, mentre i frutti verso il basso, al di sotto del cordone principale, in una struttura separata l’una dall’altra.
Caratteristiche
Il sistema di allevamento detto Casarsa deriva dal Sylvos che, a differenza del primo, permette la legatura al filo dei capi a frutto, liberi nella variante Casarsa. Il sistema Casarsa permette una struttura più semplice rispetto al Sylvos e, dunque, più gestibile e meno onerosa. Le principali caratteristiche del sistema Casarsa riguardano l’altezza del fusto della pianta; la densità dell’impianto; il tipo di potatura e la carica di gemme. Nel Casarsa il fusto ha un’altezza media tra 1, 1,5 metri; la densità dell’impianto è piuttosto ridotta rispetto ad altri sistemi, con una media di 800-1500 viti per ettaro. Il tipo di potatura è mista; la carica di gemme è compresa tra 100/150 mila. La distanza dell’impianto deve essere di 2,5- 3 metri tra le file e di 2-2,8 metri della vite sulla fila. Con questi parametri la densità dell’impianto sarà di 2000-3000 viti per ettaro con cariche di gemme che sono comprese tra 60 e 100 mila.
Diffusione territoriale
Il sistema Casarsa è diffuso nella viticoltura del Friuli, mentre il Sylvoz, da cu è derivato, è maggiormente usato in Veneto, nelle coltivazioni freddo-umide della pianura. La diffusione di così tanti sistemi di allevamento diversi tra loro si deve alla necessità di meccanizzare sempre più totalmente le operazioni di potatura, ma anche quelle della vendemmia, al fine di ridurre i costi di gestione delle colture. Il Casarsa ha permesso di realizzare una sensibile diminuzione dei costi di gestione, vista la semplicità strutturale con cui la pianta viene coltivata. La meccanizzazione è stata utilizzata anche per adattare le colture alle caratteristiche dello specifico territorio, ma con il passare del tempo, le esigenze di meccanizzazione tese a ridurre la manodopera hanno favorito la diffusione delle forme a spalliera di cui, oltre al Casarsa, fanno parte anche il Guyot ed il Cordone speronato. Tali sistemi sono molto facili da gestire e da lavorare ed obbligano ad usare determinate tecniche di allevamento che condizionano la densità dell’impianto, non più da adattare al territorio, ma al sistema stesso.
Vantaggi
Il sistema di allevamento Casarsa permette di meccanizzare le operazioni di potatura e della vendemmia; la sua struttura semplice e facile da gestire, lo ricordiamo, permette di ridurre i costi di gestione dell’impianto. Il sistema permette anche un’ottima esposizione fogliare, incrementando le capacità fotosintetiche della pianta e migliorando la qualità della produzione. Il sistema Casarsa offre anche il vantaggio di sostituire, alle operazioni di vendemmia meccanica, anche quelle manuali, necessarie per garantire la qualità di alcune particolari varietà di uva da mosto. Due mesi prima della vendemmia, si deve eseguire la cosiddetta “vendemmia verde” che permette di togliere , a mano, dalla pianta, i grappoli di scarsa qualità, lasciando quelli in fase di maturazione che presentano caratteristiche qualitative migliori. Il diradamento dei grappoli permette a quelli rimasti di maturare con succhi più saporiti ed aromatici. I grappoli vengono, poi, lasciati maturare sulla pianta per un periodo più lungo del normale, in modo che gli acini si secchino o appassiscano ed il succo sia più concentrato. La raccolta dell’uva deve avvenire, a mano, nelle prime ore del mattino: le più fredde. Le produzioni realizzate da aziende agricole sperimentali con i vari sistemi di allevamento evidenziano che il Casarsa per alcune varietà e per una densità dell’impianto con meno di 1800 ceppi per ettaro ha permesso un maggiore carico di gemme per ceppo, con 18, 24, 30, 36 gemme per ceppo su speroni a 3, 4, 5, 6 gemme, mentre in sistemi come il GDC, il numero più elevato di gemme per ceppo era compreso tra 30 e 32, con una maggiore densità dell’impianto.
Svantaggi
Il sistema Casarsa presenta solo un piccolo svantaggio: la minore durata dell’impianto rispetto al sistema Guyot, capovolto o archetto. Per il resto possiamo parlare solo di vantaggi. Il sistema Casarsa si adatta alle forme di allevamento a spalliera semplice e limitando la densità dell’impianto permette un maggiore controllo della produzione ed un efficace miglioramento della qualità.
Aspetti della potatura verde
La pettinatura è un’operazione di potatura verde che permette di posizionare correttamente i tralci al fine di favorire la captazione della luce, un migliore arieggiamento della chioma e la conseguente riduzione di infezioni funghine. Nel Casarsa la pettinatura consiste nello staccare i germogli che daranno l’uva, dal filo, per separarli da quelli di rinnovo, cioè in fase vegetativa. La netta separazione tra la fascia produttiva e vegetativa facilita non solo la meccanizzazione della vendemmia, ma anche i trattamenti fitosanitari e le successive operazioni di cimatura che con il sistema Casarsa possono essere eseguite più di una volta anche oltre la prima settimana di luglio per contenere la vegetazione verticale dei tralci di rinnovo nel caso si pieghino verso il basso. La cimatura favorisce le operazioni di raccolta.