Gestione della chioma

Viene effettuata nel periodo primaverile estivo come potatura verde in quanto si svolge prevalentemente sugli organi verdi della vite. Interessa tutte le porzioni vegetative fino a prima della vendemmia con lo scopo di mantenere le dimensioni della chioma, assicurare alla vite non solo una superficie fogliare ampia, ma funzionale, evitare condizioni microclimatiche sfavorevoli intorno ai grappoli, migliorare la penetrazione dei trattamenti e la circolazione delle macchine. Le operazioni di potatura verde sono la spollonatura, la scacchiatura, la sfemminellatura, la legatura dei germogli, la cimatura, la defogliazione ed un eventuale diradamento dei grappoli.
La spollonatura consiste nell’eliminazione dei polloni, cioè dei germogli freschi che si sviluppano dal legno vecchio sul fusto della vite da gemme latenti o da vecchie porzioni nodali. L’utilità di tale operazione permette di eliminare organi che altrimenti rendevano fitta la chioma prendendo sopravvento.
La scacchiatura consiste nella soppressione dei germogli che pur uscendo dal capo a frutto sono sterili e non servono per la potatura dell’anno seguente, soprattutto nelle viti potate lunghe. Lo scopo di questa operazione è quello di evitare che la chioma si infittisca, va effettuata il più presto possibile (a germogliamento ancora in corso) quando i germogli sono ancora teneri. Nei casi di viti troppo deboli che presentano tutti i germogli fertili, per non indebolirle troppo, si elimina qualche germoglio uvifero; viceversa sempre nelle viti deboli con germogli del capo a frutto sterili, vengono eliminati parte di essi per favorire lo sviluppo dei germogli dello sperone e la buona formazione delle loro gemme. Per aiutare la crescita delle barbatelle sono importanti i sostegni. I tutori in lamiera nervata si presentano ottimi in quanto non arrugginiscono e non lasciano tracce nel terreno.
La sfemminellatura consiste nell’eliminazione di nuovi germogli originatisi da gemme pronte, cioè nella soppressione totale delle femminelle.
Queste tre operazioni si effettuano, al più tardi, insieme alla legatura dei germogli, che è svolta per indirizzarli verso l’alto e convogliarli tra le coppie di fili con lo scopo di gestire la forma di allevamento a spalliera, permettere il passaggio delle macchine operatrici, non compromettere l’efficienza dei trattamenti fitosanitari ed evitare ombreggiamenti con ripercussioni negative sulla fotosintesi. Una volta convogliati i germogli nei fili di contenimento si procede alla eventuale legatura manuale o meccanica ai tutori in lamiera nervata; questa operazione si attua con tralci lunghi circa 1 m.
La cimatura è una tecnica che permette l’asportazione di un tratto più o meno lungo dei germogli, siano esse femminelle basali che apici vegetativi. Questa pratica ha lo scopo di ridurre la vegetazione e rinnovare la parete fogliare, ottenendo l’emissione di nuove femminelle con la formazione di foglie fotosinteticamente attive nel periodo di maturazione dei grappoli, inoltre riduce l’affastellamento della vegetazione a livello dei grappoli, tende a limitare l’incidenza della muffa grigia. L’intervento va eseguito entro la fine di giugno, in modo da arrestare l’allungamento del giovane germoglio che avviene a spese delle sostanze di riserva, quindi la cimatura diminuisce il consumo di tali sostanze a vantaggio della produzione, inoltre, deviando l’afflusso di linfa dall’apice ai grappolini, ne migliora l’ingrossamento.
La defogliazione consiste nel sopprimere sui germogli fruttiferi un certo numero di foglie allo scopo di esporre meglio i grappoli al sole. E’ una pratica che si svolge in prevendemmia per le chiome troppo dense, sul tratto basale della fascia produttiva, per arieggiare ed esporre a radiazione indiretta i grappoli in modo da provocarne un aumento degli zuccheri e della colorazione grazie alla formazione degli antociani; ciò provoca un calo dell’acidità e un migliore stato sanitario delle uve. Le foglie basali eliminate dai singoli tralci durante l’ultimo periodo che precede la vendemmia non svolgono più un ruolo attivo nei riguardi della maturazione dell’uva e perciò possono essere soppresse; infatti quelle più vecchie di 120 giorni non contribuiscono più all’accumulo degli zuccheri.
Il diradamento dei grappoli è una pratica agronomica che prevede l’eliminazione di una quota di grappoli, è eseguita solo manualmente, di solito in invaiatura, avendo cura di eliminare i grappoli più lontani del tralcio. Questa operazione è consigliata per vitigni a maturazione tardiva, a bacca grossa e molto produttivi, è realizzata su vigneti finalizzati a produzioni di pregio e su uve da tavola. I migliori risultati si conseguono nelle annate con andamento climatico avverso, che comporta ritardi nella fase di fioritura, quindi anche dell’allegagione e dell’invaiatura, che ostacolano la fotosintesi, la traslocazione e l’accumulo di carboidrati nel grappolo, consentendo limitate probabilità di una perfetta maturazione dell’uva.
Altre operazioni di potatura verde sono la pettinatura, eseguita a fine giugno (tra la fioritura e l’allegagione) su sistemi di allevamento a G.D.C., che consiste nel disporre verso il basso i germogli lunghi 70-80 cm al fine di evitare affastellamenti di vegetazione, e la calatura mediante la quale si dispongono i grappoli verso il basso sulle forme a tendone.